In materia di contratti di mutuo bancario, la giurisprudenza di merito ha affrontato il tema della vessatorietà della clausola floor affermando come questa non può considerarsi afferente ad una prestazione essenziale e quindi caratterizzante il contratto. Difatti, laddove non prevista, il contratto di mutuo a tasso variabile manterrebbe la sua piena validità ed efficacia. Diversamente, in mancanza di un analogo meccanismo correttivo per il cliente consumatore, quale potrebbe essere quello derivante dall’applicazione contraria di una clausola cap ovvero dalla riduzione dello spread, la clausola floor deve ritenersi vessatoria. Tale squilibrio non rileva in termini di convenienza economica, ma attiene agli obblighi e diritti nascenti dal contratto, consentendo ad una sola delle parti di beneficiare delle variazioni a sé favorevoli dell’indice e di limitare il pregiudizio derivante dalle variazioni a sé sfavorevoli.
Corte di Appello di Milano sentenza n. 2836 del 06 Settembre 2022.